Saletta Pompeiana – Roma, Villa Farnesina alla Lungara

Roma, Villa Farnesina alla Lungara, “Saletta Pompeiana”, dipinti murali, portali in materiale lapideo e scagliola (XV e XIX sec).

La “Saletta Pompeiana” è un piccolo ambiente stretto che si trova al primo piano di Villa Farnesina alla Lungara. Vi si può accedere dalla Saletta del Fregio del Peruzzi o dalle ex stanze di rappresentanza dell’Unione Accademica Nazionale, situate a sinistra dell’ingresso principale della Villa.
La Villa “Farnesina”, venduta dai Chigi al cardinale Alessandro Farnese e poi da questi passando per successioni ereditarie ai Borbone di Napoli, venne concessa in enfiteusi all’ambasciatore di Spagna a Napoli, Salvador Bermudez de Castro duca di Ripalta, finché fu acquistata nel 1927 dallo Stato Italiano che la destinò a sede dell’Accademia d’Italia e nel 1944 la diede in proprietà all’Accademia Nazionale dei Lincei, situata nell’antistante Palazzo Corsini.
Le decorazioni pittoriche della Saletta Pompeiana sono, pertanto, il risultato di un “palinsesto” a cui si è pervenuti nell’arco dei 500 anni della vita della Villa Farnesina, determinato principalmente dai gusti dei suoi proprietari e dalle mode del tempo.
Le superfici murarie sono dipinte a secco su muro in stile pompeiano (da cui il nome della Saletta) rivisitate con gusto ottocentesco, come volle il Duca di Ripalta.

E’ in occasione dei lavori di ripristino eseguiti proprio dalla Reale Accademia d’Italia (1928) che la Saletta Pompeiana subì un drastico cambio di destinazione d’uso divenendo il bagno di Guglielmo Marconi, presidente dell’allora Reale Accademia d’Italia. L’ambiente fu munito di servizi igienici con tutti i lavori idraulici ed elettrici che ne seguirono. A seguito di questi cambiamenti, il pessimo stato conservativo in cui si trovavano le superfici pittoriche, dopo anni di intenso uso dell’ambiente, ha mosso l’Accademia dei Lincei ad avviare un totale intervento di restauro, allo scopo di riconsegnare l’elegante piccolo ambiente alla fruizione pubblica.
La grande sfida è stata la restituzione armoniosa di un ambiente che ha risentito in modo significativo del passaggio del tempo e del suo cambio di destinazione d’uso. Un restauro volto al recupero dell’unità del testo figurativo ma al contempo della complessa stratificazione storica che si fonde con il gusto di ogni epoca in un piccolo elegante ambiente che si mostra come esempio delle complesse vicende conservative che hanno interessato Villa Farnesina alla Lungara.

La natura delle superfici pittoriche, estremamente sensibile all’acqua, ha portato all’individuazione di una metodologia operativa specifica per ogni fase di restauro, con modalità d’intervento che abbattessero soprattutto la componente acquosa, riducendo al minimo il rischio di processi di solubilizzazione e gore della pellicola pittorica. A tale scopo si è ricorsi all’impiego di consolidanti a base di eteri di cellulosa in alcool, mentre la messa a punto di stucchi acrilici ha risolto le numerose crepe e lacune. La rimozione delle estese ridipinture alterate ha visto l’impiego del metodo di pulitura a solvente: “polare-apolare”, ossia, alternando miscele solventi polari a quelle apolari debitamente tamponate.

A seguito dei sorprendenti risultati emersi dall’approfondita campagna di saggi stratigrafici in cui sono state riportate alla luce importanti fasi decorative occultate da ridipinture Novecentesche, in accordo con la Direzione dei Lavori, è stato condotto un delicatissimo descialbo a bisturi che ha portato al recupero di tutta la zoccolatura e di gran parte delle superfici più antiche presenti nello strombo della finestra.

Committenza: Accademia Nazionale dei Lincei
RUP: Arch. Caterina Gualano
Direttore dei Lavori: Dott. ssa Virginia Lapenta
Alta Sorveglianza: MiBAC-SBEAP-RM Dott. Aldo Mastroianni, Arch. Lisa Lambusier
Ditta esecutrice: Consorzio Recro – Direttori Tecnici: Rest.BB.CC.: Cristiana De Lisio e Alessia Felici Documentazione fotografica: Cristiana De Lisio – CONSORZIO RECRO
Collaborazioni: 
Rest. BB. CC.: Silvia Floriani e Tiziana Dell’Omo
Stagiste I.R.M. (Istituto di Restauro delle Marche): Grazia Serena Amico, Marcella Santanafessa, Silvia Mariani, Vania Magnante 
Indagini scientifiche: M.I.D.A. di Claudio Falcucci

RECRO s.r.l.
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