Madonna in Trono di Campagnano, Roma

Il gruppo scultoreo costituito dalla Madonna in trono con Bambino si trova inserito all’interno della nicchia del terzo altare della chiesa di San Giovanni Battista a Campagnano e rientra pienamente nei manufatti di ambiente romano del XVI secolo, per la piena resa dei volumi e la sobrietà del modellato.
L’intervento di restauro ha dato modo di conoscere nel dettaglio le tecniche d’esecuzione impiegate per la realizzazione dell’opera: dalla tecnica di assemblaggio dei vari elementi scultorei, alle tecniche di doratura e pittoriche.
Inoltre le indagini xilotomiche condotte dai tecnici dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, attraverso una campagna di campionamento mediante micro-prelievi, ha fornito interessanti dati sulle specie legnose impiegate inserendo l’opera, a pieno diritto, nell’Archivio delle Identificazioni delle Specie Legnose dei Beni Storico-Artistici (Progetto ArISStArt), una banca dati informatica accessibile on-line realizzata dalla Fondazione Guglielmo Giordano grazie ad una collaborazione tra l’Università degli Studi di Perugia, il CNR-IVALSA (Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche), l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ed Ecodata.

Al di sotto delle estese ridipinture del manto e dell’abito, a seguito del delicato e complesso intervento di pulitura, è emersa una prestigiosa ed elegante tecnica di doratura, nota come “sgraffito”. Questa tecnica consiste nel “grattare” il colore di una superficie per fare emergere la doratura sottostante. Tecnicamente sono stati incisi dei cerchi con uno stiletto sulla preparazione a gesso e colla. Dopo aver passato il bolo, la superficie è stata dorata a foglia, quindi è stato dipinto tutto il manto di ceruleo (il colore celeste della Vergine). Sfruttando l’evidenza a luce radente delle zone precedentemente incise, sono stati posizionati degli “stencil” (mascherine traforate in materiale semirigido tipo cartone o in metallo) e con uno stiletto è stato “grattato” via il colore facendo emergere la doratura sottostante.

L’abito cremisi della Madonna propone un’altra tipologia di doratura. Sulla preparazione liscia e compatta dell’intero abito, su una base color arancio scuro, sono state applicate foglie d’argento a missione. Tutta la superficie metallica è stata poi dipinta con lacca cremisi legata con un legante oleo-resinoso, conferendo all’abito un aspetto “traslucido”. Su tale fondo sono state eseguite delle minute decorazioni in oro in conchiglia che ricordano le stampe di tessuti o il seme di una carta da gioco. Questa tecnica si chiama “lusterteknique” ovvero pittura traslucida.

La scultura verteva in pessimo stato di conservazione a causa sia dei danni causati dal tempo ma soprattutto da errati interventi di restauro. Ne erano testimonianza le estese ridipinture eseguite con pigmenti oleosi che nel tempo si erano polimerizzati, realizzati per occultare stuccature tenacissime e molto debordanti sull’originale, rendendone impossibile la totale rimozione. Vistose lacune della pellicola pittorica interessavano in molti casi anche gli strati preparatori lasciando a vista la struttura lignea sottostante. In molti casi alle lacune si associavano anche larghe fenditure, sia sul manto che sul verso del Bambino, con cedimenti strutturali malamente risolti, soprattutto nella parte inferiore del basamento.

L’intervento di restauro non solo ha risanato le fenditure e le mancanze della struttura lignea con l’inserimento d’inserti opportunamente sagomati, ma ha riconferito la stabilità strutturale dell’insieme. E’ stato condotto un delicato e complesso intervento di pulitura e di stuccatura che ha poi consentito di ricostruire cromaticamente le parti lacunose con tecnica riconoscibile a puntinato, laddove la mancanza lo permetteva per tono, collocazione e forma.

Committenza: MiBACT – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio – Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio
Proprietà: Diocesi di Civitacastellana (RM) – Chiesa di San Giovanni Battista – Campagnano (RM)
Finanziamento: Fondi MiBACT
RUP e DL: Dott.ssa Isabella Del Frate – S. BSAE – Lazio
Direttori Operativi: Rest. BB.CC. Paola Surace – S. BSAE – Lazio
Responsabile della Sicurezza: Arch. Marco Ingenito
Documentazione fotografica: 
Cristiana De Lisio – CONSORZIO RECRO
Indagini Scientifiche: Dott.ssa Giulia Galotta e Rest. BB.CC. Marisol Valenzuela – ISCR
Opere Provvisionali: AGR Ponteggi Tubolari – EDIL.CRE.A. S.r.l. di Adriano Checcucci
Collaborazioni: 
Rest. BB. CC. Tiziana Dell’Omo

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